giovedì 9 aprile 2009

Batteria di Mit

Come sapete seguiamo con estremo interesse ogni nuova tecnologia che permette o promette di rivoluzionare qualche aspetto della nostra vita legato al settore informatico e/o tecnologico, siamo quindi abituati a guardare sempre un pò più in là (qualcuno dice troppo) di ciò che è disponibile allo stato attuale o che sarà disponibile in un lasso di tempo ragionevolmente breve. La notizia di cui vi parliamo oggi però ha qualcosa di speciale, o di strano; non le daremmo forse nemmeno molto credito se non provenisse dal MIT, il Massachussets Institute of Technology, famoso proprio per il modo di far ricerca totalmente svincolato dalle normali logiche di mercato. Di cosa parliamo ? Il discorso è complesso, ma sostanzialmente di una nuova generazione di batterie al litio che impiegano un virus geneticamente modificato per la costruzione degli elettrodi negativi e positivi. Secondo noi vale la pena di approfondire ...
Piccola spiegazione per i non addetti ai lavori ...

Nelle comuni batterie gli ioni di litio si spostano dall'elettrodo negativo (Anodo) all'elettrodo positivo (Catodo).
I materiali utilizzati sono solitamente la grafite per l'anodo e l'ossido di cobalto o fosfato di litio-ferro. La ricerca in proposito è sempre molto difficile perchè occorrono materiali ad alta conducibilità, e quelli che sarebbero maggiormente indirizzato alla realizzazione di un catodo hanno il problema di essere anche altamene isolanti, perciò difficilmente utilizzabili a questo scopo.

La ricerca in corso ha portato un gruppo di ricerca coordinato da Angela Belcher a documentare la realizzazione di un anodo impiegando un virus modificato, capace di ricoprirsi di ossido di cobalto e oro e autoassemblarsi a formare un monocavo. Successivamente, proseguendo lo stesso tipo di ricerca, lo stesso gruppo è riuscito a realizzare geneticamente un virus modificato capace di ricoprirsi autonomamente di fosfato di ferro e raccogliere successivamente una piccola quantità di nanotubi di carbonio a formare una rete di materiale ad alta conducibilità, condizione essenziale per avere un elevato trasferimento elettronico. A questo punto gli elettorni, sfruttando questa rete, sono in grado di muoversi ad alta velocità.

Il risultato permette di incrementare considerevolmente la conducibilità del catodo, senza significative variazioni del peso della batteria. Le batterie così realizzate al momento consentono solo 100 cicli completi di ricarica, dopodichè inizia il deterioramento, ma i ricercatori sono convinti di poter realizzare in tempi brevi batterie che sotto questo punto di vista sono paragonabili a quelle attualmente sul mecato.

Durante la scorsa settimana un prototipo è stato mostrato durante un press briefing che il Presidente del MIT ha svolto con la Casa Bianca, al fine di trovare finanziamenti federali per il proseguimento della ricerca. Il presidente Obama è convinto della necessità di investire nella ricerca sulle tecnologie pulite. L'edizione online di Science del 2 aprile ha pubblicato un approfondito articolo in proposito.

Gli elettrodi "speciali", vengono prodotti a temperatura ambiente, con un processo economico e piuttosto semplice che non richiede l'impiego di solventi. I materiali impiegati per la produzione di questo tipo di batterie non sono tossici, secondo quanto dichiarato dalla stessa Belher.

Resta lo sconcerto al pensiero che un prodotto di produzione di massa come una batteria, con tutte le problematiche a cui siamo abituati relative allo smaltimento di questo genere di prodotti, possa contenere virus geneticamente modificati. Il virus impiegato sarebbe un comune batteriofago, innocuo per l'uomo, ma la produzione di massa di un prodotto di questo genere non può non generare perplessità nell'utente comune.

Per maggiori dettagli, o per tradurre personalmente il testo, vi linkiamo l'articolo in inglese pubblicato dal MIT.
Via Hwupgrade. Adesso miei lettori vi saluto Chicco.

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